Estate, tempo di mare e di sole. Per le strade già si respira l’aria frizzante e allegra “dei bagni”. Benissimo, ma guai a dimenticare due o tre cosette importanti, sul sole soprattutto.

Da sempre è simbolo positivo di calore, salute, vita. In medicina ha ancora un ruolo importante nella cura di certe malattie cutanee come la psoriasi o l’acne e di malattie osteo-articolari come il rachitismo nei bambini o l’artrosi negli anziani grazie alla sua capacità di stimolare nell’organismo la produzione di vitamina D attivata.

Il problema è che col sole non abbiamo più un rapporto di sana amicizia. Come mai? Ne siamo diventati veri e propri adoratori, “accodati” nel perseguire uno stile di vita che impone non solo di essere sempre in forma, ma anche perennemente abbronzati: l’abbronzatura come status symbol, giusto? Col sole viviamo ormai  in un delicato equilibrio: se da un lato è essenziale per la nostra vita, dall’altro può in certe circostanze risultare pericoloso se non addirittura dannoso.

La cute, infatti, è un organo fondamentale da proteggere e curare ed è importante tenere presente che l’esposizione prolungata o , comunque, inadeguata ai raggi ultravioletti (UV), siano essi naturali o artificiali, può non solo invecchiarla, ma anche danneggiarla. Un ruolo certamente non favorevole gioca il famoso buco dell’ozono, cioè la costante riduzione (provocata da alcuni inquinanti prodotti dall’uomo) di quello strato di gas che nelle alte quote dell’atmosfera ci protegge assorbendo i raggi UV. La prolungata o meglio la cronica esposizione a tali raggi altera in maniera irreversibile il collagene, costituente essenziale della cute, provocandone la progressiva disidratazione: di qui perdita di tensione ed elasticità con formazione di rughe e plicature cutanee, il che significa inestetismi e precoce invecchiamento.

Risulta, inoltre, favorita anche nei giovani la formazione delle cosiddette macchie attiniche o solari, che compaiono sulle parti del corpo più esposte: viso, braccia, mani e gambe. Tali macchie possono insorgere anche dopo violente esposizioni al sole o in seguito a scottature. Sempre sulle zone cutanee più esposte possono anche comparire formazioni di colore marrone o grigiastro, simili a verruche, che tendono a esfoliare e/o desquamare: si tratta di cheratosi che alla lunga possono degenerare, trasformandosi in veri e propri tumori della pelle.

Certo va detto che le radiazioni UV provocano effetti diversi in rapporto al tipo di pelle: quelle chiare di soggetti con capelli rossi o biondi sono infatti più vulnerabili in quanto meno ricche di melanina, il naturale pigmento protettivo. E’ quindi fondamentale che ognuno conosca il proprio tipo di pelle e di conseguenza la capacità più o meno rapida e intensa di abbronzarsi, arricchirsi cioè di melanina. Se l’abbronzatura non è altro che il meccanismo di difesa della pelle all’insulto dei raggi solari, deve essere raggiunta nei modi e nei tempi giusti.

Tra i danni più seri che possono risultare da una inadeguata esposizione a sole e lampade vanno annoverati i tumori cutanei, la cui incidenza è fra l’altro in aumento. E’ dimostrato che l’insorgenza di alcuni di essi, come gli epiteliomi, è favorita se non addirittura causata da una cronica esposizione ai raggi UV. Per quanto riguarda, invece, il più grave e temuto dei tumori cutanei, il melanoma, che insorge soprattutto tra i 15 e 50 anni, la maggiore responsabilità causale sembra da attribuirsi alle esposizioni brevi e intense, specie su pelli chiare che si abbronzano poco e si ustionano facilmente. Di qui la necessità della massima prudenza, specie a proposito delle prime esposizioni solari e dei bambini: gradualità, creme a filtro totale e preferenza per le ore meno assolate sono strumenti di prevenzione primaria.

Grazie alla ricerca e alle cure i tumori cutanei, melanomi compresi, possono essere curati con risultati a volte sorprendenti, purchè diagnosticati in fase precoce. Ecco perché ogni volta che sulla pelle notiamo alterazioni di incerto significato oppure un preesistente neo o una cheratosi cambiano forma, colore o dimensione è indispensabile rivolgersi al proprio medico e all’occorrenza allo specialista.

Come Fondazione stiamo collaborando col Centro Oncologico Ligure (Associazione di Promozione Sociale che da anni propone consulenze specialistiche per la diagnosi precoce dei tumori) al preciso scopo di offrire più visite specialistiche in una città dove i dermatologi sono sempre più rari e le liste di attesa sempre più lunghe. La prevenzione rimane, infatti,  la strategia più importante a nostra disposizione e non conviene dimenticarsene prima di andare al mare. Ma neppure conviene che se ne dimentichi il Sistema Sanitario Nazionale.

(G.V.)