Ha ragione Ligabue, uno dei protagonisti del rock italiano: sono i sogni a dare forma al mondo. Quante cose sono state fatte nella storia che, teoricamente, era impossibile realizzare? A cominciare dalla scoperta dell’America o (qualche annetto dopo) della penicillina, fino all’atterraggio sulla luna: non basterebbe tutta la nostra newsletter soltanto ad elencarle. Voi ce l’avete un bel sogno che vorreste davvero trasformare in realtà, in qualcosa cioè che si può vedere, ascoltare, toccare? Noi della Fondazione ce l’abbiamo e dal famoso cassetto (dove spesso i sogni restano per anni) vorremmo trasformarlo in realtà.

Le difficoltà da superare

Certo ci sono problemi e difficoltà che non si possono trascurare. Il Sistema Sanitario è in difficoltà, il che è incontestabile ed è sotto gli occhi di tutti. Le liste d’attesa per una visita (nel caso nostro, per una visita dermatologica) sono chilometriche, con tempi d’attesa biblici. I medici sono sempre di meno, con pochi nuovi specialistici sempre più attratti dalla libera professione dove trovano più spazio e più guadagno. Gli investimenti per la salute dei cittadini non sono all’altezza delle necessità e delle aspettative (e nemmeno dell’aumentato costo della vita).

Di fronte a tutto questo conviene rinunciare o abbandonarsi ai sogni? Nel caso nostro conviene lavorarci e ci stiamo lavorando, anche perché i sogni, si sa, restano tali e quali se non ci si lavora: hanno bisogno, eccome, di tanti fogli su cui scrivere e insieme sudore sulla fronte.

Ma che sogno abbiamo nella testa noi della Fondazione? Beh, non solo noi, se è per quello: da un po’ stiamo collaborando con gli amici del Centro Oncologico Ligure- CoL allo scopo di aumentare le visite per controllare i nei di tanti genovesi. Non vogliamo, però, limitarci a quello e infatti – eccolo qui, finalmente, il nostro benedetto sogno – vogliamo anche andare nelle scuole!

Il sogno che abbiamo: a scuola a parlare di melanoma

Coraggiosi, vero? Ma, soprattutto, per fare cosa? Spiegare cosa sono i melanomi, perché stanno aumentando e colpiscono spesso i giovani, perché conviene fare prevenzione sia “primaria” (comportandosi in modo da ridurne l’incidenza), sia “secondaria”, diagnosticandoli il più precocemente possibile, in modo da poterli rimuovere e risolvere così il problema una volta per tutte.

Per fare tutto questo occorre, naturalmente, coinvolgere presidi e insegnanti di tante scuole: è un momentaccio anche per loro, s’intende, ma sappiamo che non mancano disponibilità e idee. Dovremo coinvolgere anche gli amministrazioni della ASL 3, dell’Università e degli ospedali cittadini in modo da poter aggregare medici ben motivati nel dedicare un po’ di tempo ai ragazzi: ascoltarli e spiegare loro le cose che contano ci sembra di grande importanza.

Non meno importante sarà anche avere la collaborazione dei media genovesi che non sono pochi e si lasciano volentieri coinvolgere in progetti che hanno rilevanza e visibilità significative, come nel nostro caso.

Siamo ottimisti, diamoci da fare!

Nel nostro caso, poi, siamo ottimisti perché questo progetto rientra all’interno di una collaborazione più ampia con il CoL e ne stiamo parlando da un po’ e non da soli. Ora si tratta di definire modi e tempi sedendoci intorno a un tavolo e trovando chi sostenga e partecipi alla nostra idea.

Nella sua bella canzone Ligabue dice anche che sono sempre i sogni a fare la realtà: questa avrà pure le sue complessità e contraddizioni, come no, ma mica possiamo fermarci lì. “Sogna chi dice che non è così… chi non crede che sia tutto qui”. Non si tratta di riscoprire l’America e neppure l’acqua calda. Si tratta di rimboccarci le maniche, alla fine, tutto lì… e speriamo di poterlo fare anche con il vostro aiuto!

(G.V.)