Luisa non ci aveva mai pensato. A sedici anni perché doveva? E nemmeno i suoi genitori, se è per quello. 

Gli adolescenti, d’altra parte, amano tantissimo il mare. Ci passerebbero intere giornate: abbronzarsi, giocare, nuotare, leggere, chiacchierare, quante cose si possono fare in spiaggia o in piscina. Da soli o in compagnia. Dalla mattina alla sera, se possibile. E mica sempre ci si ricorda dell’ombrellone, delle creme protettive, degli orari più indicati per stare al sole: che palle, dicono loro. Hanno per la testa un sacco di altre cose e si dimenticano spesso dei consigli e delle raccomandazioni: mica si può vivere come fossimo tutti dei malati, giusto? 

Luisa stava proprio giocando al mare quella mattina e Antonello le stava più vicino del solito, va a capire se ha un debole per lei. Sta di fatto che quella mattina è proprio lui a notare quella strana macchia sulla spalla: ce l’hai da tanto, Luisa? E che ne so, fa lei. E tua madre o tuo fratello l’hanno mai notata? Sei il primo a dirmelo, stasera gliene parlo. E  non le avrebbe detto proprio un fico secco, se la sera, alla tv (che non guarda mai), un tipo col camice bianco non avesse mostrato qualche immagine relativa ai nevi normali e a quelli che normali non sono. 

Così Luisa va da sua madre e le mostra la spalla: non me ne capisco gran che, dice la mamma, però non te l’avevo mai visto questo brutto coso, scuro e irregolare, domani chiamo il tuo pediatra. Ha fatto benissimo perché anche al pediatra quella macchia pigmentata piaceva poco per cui contatta il dermatologo dell’ospedale vicino. Il quale la vede (altro miracolo!) il giorno dopo e consiglia l’asportazione perché il nevo è bruttino e va rimosso. 

Si arriva così al giorno fatidico: nella saletta chirurgica sono tutti gentili, l’intervento viene eseguito da una dermatologa simpaticissima e tifosissima del Genoa, come Luisa, e così tra una battuta e l’altra si arriva alla fine senza aver sentito quasi niente: chi l’avrebbe mai detto? 

Poi arriva il momento dell’esame istologico: si tratta di un raro melanoma che nella stragrande maggioranza dei casi, per fortuna, non diffonde a distanza e non richiede allargamenti o terapie. È andata bene! La sera stessa sono andati a mangiare il pesce tutti quanti a Sturla e il papà che di solito parla poco quella sera non smetteva mai e si è messo Luisa sulle ginocchia, cosa che non faceva da anni, stupidamente. Insomma è andata davvero a finire bene. 

Ora Luisa farà controlli regolarmente, cascasse il mondo. Anche il fratello, che già pensava di iscriversi a Medicina, ora si è quasi convinto. E le sue amiche? Hanno capito e ora fanno il passa parola: non se ne stanno mica chiuse in casa, anzi fanno le stesse cose di prima, ma con più accortezze, con più furbizia. 

E Antonello? Che fine ha fatto l’artefice di tutto? Non sarà il più bello della Riviera Ligure, a dire il vero, ma l’occhio non gli manca. Anche se lui farà il cuoco perché gli piace mettere le mani in pasta. Magari domani sera farà a Luisa una testa così coi suoi progetti, davanti alla pizza, che finalmente è arrivata. Beh, ama la pizza buona, la pelle sana e soprattutto – ma non sono affari nostri – ama lei. Una bella fortuna, no? 

(Guglielmo Valenti)