Luca è solo un bambino, ha 11 anni, ma già molte cose da raccontarci. Nel suo percorso di vita, due anni fa, ha fatto un incontro difficile, quello con la leucemia, eppure a sentirlo parlare, nel lungo racconto audio che ci ha inviato, le emozioni più ricorrenti sono gioia, emozione, trepidazione, felicità e stupore.

“Mi avete chiesto qual era il mio desiderio più grande, ma non era facile capirlo nemmeno per me. Avevo tanti desideri nel cuore. Erano desideri anche semplici,  come rivedere il mio cucciolo, tornare a scuola, abbracciare i miei amici“. Sono i giorni impegnativi nel primo ricovero al Gaslini, è dicembre 2019. Natale è alle porte e Luca in ospedale fa il primo incontro con gli operatori di Make a Wish.

Ancora non sa che cosa significherà per lui nei mesi a venire quell’incontro. E a pensarci bene, in quel momento, nemmeno noi, amici e familiari di Alberto, mai avremmo potuto immaginare che il nostro destino si sarebbe incrociato con quello di Luca e di tanti altri bambini come lui.

Ma andiamo con ordine.

Nel 2020 Luca prosegue la sua lotta contro la leucemia, ma inizia anche un percorso ricco di emozioni positive, perché Make a Wish lo accompagna pian piano – attraverso giochi, sfide e attività divertenti – a scoprire il desiderio per lui più importante, quello che aveva “nascosto in fondo al cuore”. Alla fine Luca mette a fuoco che cosa desidera più di tutto: andare a visitare Legoland, in Danimarca, là dove sono nati i Lego.

Quando è nata la Fondazione Alberto Castelli, una delle nostre prime e più naturali decisioni è stata quella di sostenere Make a Wish: con loro avremmo potuto provare anche noi ad esaudire i desideri dei bambini, una cosa che Alberto amava tantissimo fare… e che peraltro gli era sempre riuscita molto bene! Ecco, quindi, come il nostro destino ha incrociato quello di Luca e quello di altri 5 bambini, i cui desideri sono diventati realtà grazie al contributo della Fondazione!

Ora che ha realizzato il suo sogno, visitando Legoland e la Danimarca, salendo per la prima volta sull’aereo e avendo persino visitato la cabina di pilotaggio, Luca dice: “Mentre ero lì, ero finalmente un bambino normale, fortunato! Grazie a tutti voi, perché la vita è dura, a volte durissima, ma non bisogna mai smettere di sognare: i nostri sogni sono la luce nel buio, anche quello più profondo”.

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